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Quello che le API (di Google+) non dicono


Google+ si aggiorna lentamente, aggiungendo nuove funzionalità. La stessa evoluzione non avviene nelle API. E che succede se qualcosa si rompe?
Chi mi segue, sa che spesso ho scritto articoli corposi a proposito di Google+ (vedi ad esempio Google+ città di egocentrici e tediosi, non fantasmaI 480 profili top italiani di Google+: la classifica per autorevolezza). Questi articoli sono stati possibili grazie alle API di Google+. Per chi non lo sapesse le API non sono altri che dei comandi interrogabili via programmazioni per ottenere dei dati o dare dei comandi ad una certa piattaforma.

Sono su Google+ dal secondo giorno dal lancio ed ho sempre apprezzato questo social network, per il tipo di conversazioni e di relazioni, che si possono creare. In questi giorni ho deciso di iniziare con una nuova analisi, ma mi sono scontrato con un problema che mi ha portato a delle riflessioni.

Le api di questa piattaforma sono state lanciate nei primi mesi, frenetici dal lancio, il cui le novità si susseguivano frequenti e corpose. Ed erano sponsorizzate e spinte dall'allora boss del social network Vic Gundotra, in quale dichiarava che per lui era inconcepibile rilasciare una piattaforma senza un sistema di API (leggi le Api di Google+). Scrissi un articolo al rilascio delle stesse (Google rilascia le API di Google+), descrivendo la mia delusione per il supporto limitato. Non era possibile scrivere nulla (e quindi ad esempio automatizzare la pubblicazione di post), si poteva leggere poche informazioni, e quelle poche potevano essere lette unicamente per i post pubblici.

Questo sollevò delle critiche che vennero risposte più volte in prima persona da Gundotra stesso



È comprensibile il fatto che non volessero dare diritti di scrittura, fino al momento di non trovare una valida soluzione contro lo spam, lascia perplesso le notevoli limitazioni anche il lettura. Quello che era possibile fare era molto poco.

Si poteva, cercare gli utenti per nome, avere delle informazioni del profilo su di loro, elencare i post pubblici (ma non cercarli per chiavi o per date), e trovare chi ha ingaggiato un post (+1, commento, condivisione).

Ad un certo punto c'è stato un cambio di strategia, in casa Google. Si sono resi conto che Google+ non poteva raggiungere l'obiettivo proposto, ovvero quello di competere con Facebook. Motivo per cui Gundotra aveva convinto Larry Page della necessità di un social network di Big G. E Gundotra ha abbandonato la guida di Google+ e lasciato Google.

Da allora ci sono state delle novità su Google+ come la nascita di Google My Business, lo scorporamento di Photos e Hangouts, l'introduzione delle Collections (Raccolte in italiano). 

Mentre cosa è successo alle API da allora? Assolutamente nulla.

Le API sono esattamente le stesse dalla loro introduzione. Ci sono tante informazioni che continuano non poter essere ricevute dalle API. E tanto meno non è possibile sapere sulla sulle ultime novità del social network. Ad esempio non posso sapere quali siano le Collection di un utente, e quali siano i post in esse contenute. Come non posso sapere nulla degli eventi da lui creato, o delle community a cui è iscritto. Per molte informazioni presenti in questo studio, I 480 profili top italiani di Google+: la classifica per autorevolezza, sono dovuto ricorrere allo scraping (lo scaricamento delle pagine).

Purtroppo questo è scoraggiante per chi, come me, crede in questo social network, e che vorrebbe costruire degli strumenti di analisi, per chi lo usa a livello professionale. Come posso investire e costruire qualcosa dovendo basare il lavoro sullo scraping, e quindi con il rischio che da un momento all'altro tutto venga mandato all'aria da modifiche o da blocchi degli sviluppatori di Google+?

Come dicevo ad inizio post, in questi giorni stavo iniziando una nuova analisi, ed avevo bisogno di recuperare i dati di ingaggio dei post che intendevo analizzare. Volevo sapere chi aveva fatto +1, commentato e ricondiviso. Questo per fortuna era a disposizioni nel ristretto set di istruzioni messi a disposizione dalla piattaforma. E sono i seguenti metodi:
Nell'ambito di un post, utilizziamo il primo metodo per avere la lista di chi ha dato un +1 o a ha ricondiviso, mentre utilizziamo il secondo metodo per sapere chi ha commentato.

Purtroppo mi sono accorto che una delle succitate API è rotta, durante una mia analisi. People: listByActivity mi restituiva correttamente la lista di chi ha dato +1 ad un post. Mentre la lista di chi lo aveva ricondiviso era sempre vuota. Cercando informazioni sulla causa, purtroppo ho scoperto di non essere il sito ad avere il problema. Esiste questa segnalazione di bug aperta dal 2 febbraio 2015. L'ultima volta che l'avevo usata io, ed era funzionante era a luglio 2014. Quindi in un periodo fra luglio 2014 a febbraio 2015 qualcosa si è rotto. Forse a seguito a qualche modifica sul social network non seguita ad analoga modifica sulle API e forse a seguito di mancata manutenzione del sistema.

È difficile dare una spiegazione. Quello che possiamo notare che c'è un problema grave sulle API e nessuno l'ha nemmeno preso in carico. Dico che è grave, perchè non succede in un caso, o randomicamente. Non restituisce MAI risultati. L'ho provato su migliaia di post di cui sapevo c'erano ricondivisioni, ma in nessun caso ha restituito risultati.

Sono quindi andato a vedere tutte le richieste di supporto per bug sulle API di Google+. Aperte e chiuse, dall'inizio. Ho scaricato l'elenco per una più facile consultazione, e per lasciarlo hai posteri.


Come è possibile vedere dall'elenco sono pochissime le voci che sono state gestite e chiuse (Fixed). L'ultima volta che è stata gestita una di queste richieste è stato nel 2013. Da allora vengono inserite richieste dagli sviluppatori, ma giacciono lì inascoltate.

SONO. DUE. ANNI. CHE. NON. FANNO. SUPPORTO. AI. BUG.

Da tutto questo è possibile trarre una facile conclusione.

No, non è il solito mantra che Google+ è morto o che sia una città fantasma. Non lo so, e lo farò vedere nuovamente nei prossimi articoli. Google+ è vivo e vegeto. Ma è stato ridimensionato, sia nel budget che negli obiettivi. Non sarà più un social layer, non creerà più un profilo obbligatorio agli utenti di Google, non sarà più integrato in YouTube, avrà il pezzo più pregevole Hangout come prodotto a sé e sopratutto non sarà mai una piattaforma per sviluppatori.

C'è stato solo un abbozzo all'inizio, quel MVP, spesso usato da Google per testare l'interesse su in idea, ed ora lasciato lì a morire, senza nemmeno un ingegnere a supporto, penso. Quel che rimane quindi, non è altro che una piattaforma abbandonata.

Piattaforma abbandonata


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