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Murdoch annuncia The Daily, un quotidiano solo per l'iPad


Niente carta e la previsione di 800 mila abbonati e 30-40 milioni di dispositivi: ma siamo sicuri che niente spazzatura? Murdoch, il Ghana e l’iGarbage.

Fra le tante notizie “minori” della giornata di ieri, una fra tutte mi è sembrata troppo importante per passare inosservata: perché (nel bene o nel male) segna un momento di svolta. E questa svolta ha portato alcune riflessioni, figlie anche di una splendida serata fra amici, durante la quale mi è stato presentato un progetto veramente molto interessante.

E’ di ieri la dichiarazione del magnate australiano Rupert Murdoch, che intende pubblicare entro Natale il primo quotidiano esclusivamente per iPad. Uno dei primi passi verso una editoria digitale che soppianterà la carta stampata (Tablet ed innovazione digitale uccideranno la carta stampata).

A prima vista niente di strano: molti quotidiani hanno già aperto la loro finestra verso i supporti digitali. Ma qui è diverso: non si tratta di un prodotto nato per l’editoria tradizionale, a fruibile ANCHE su iPad e simili, ma di un progetto concepito ESCLUSIVAMENTE per essere fruito in questo modo. Il nuovo giornale digitale dovrebbe chiamarsi The Daily, Il Quotidiano, e sarà fruibile previo abbonamento ad un costo di solamente 1 euro a settimana. Basso costo perché niente carta, niente stampa, niente distribuzione. E fin qui pare interessante: basso costo, non si spreca carta (che richiede abbattimento di ingenti quantità di alberi), nessun inquinamento per il trasporto, nessun prodotto chimico per la stampa. Insomma, una vera meraviglia dal punto di vista ambientalistico, e una meraviglia per le tasche degli abbonati.

Sorridendo pensavo al ciclo di vita della carta di giornale, e pensavo a come sostituirla con l’iPad: mi immaginavo a pulire i vetri degli infissi di casa con olio di gomito, alcool e iPad; oppure a foderare il pavimento del soggiorno con una decina di iPad per imbiancare una parete; alle coppiette appartate in auto con i vetri rivestiti di iPad, o ancora un manovale che per proteggersi dal sole fa l’origami con l’iPad per farsi il tipico cappellino da cantiere…

In effetti se il problema fosse solamente questo, poco male. Solo che anche se apparentemente la fruizione del quotidiano su iPad non produce rifiuti, alla lunga ciò non è vero. Murdoch è convito ( e credo ci sia da fidarsi, il ragazzo pare ci sappia fare) che per la fine del prossimo anno gli iPad in circolazione saranno 30-40 milioni, alla fine tutti ne avranno uno, anche i bambini. E lui conta di arrivare ben presto a 800 mila abbonati.

Ma cosa ne sarà di 30-40 milioni di iPad (e tutti gli altri dispositivi simili) quando l’obsolescenza programmata deciderà che è ora dell’iPad 2? Pochi forse riflettono sul fatto che il rottame di un iPad, come della maggior parte dei dispositivi tecnologici, somiglia più a una scoria radioattiva che ad una catasta di giornali vecchi, stampati magari su carta riciclata e comunque riciclabili al 100%. Il finale è una storia nota ma ignorata, o peggio sommersa: Africa, dramma, fumi, rottami ed il nostro rifiuto finisce li, come per tutto. Non che non esistano strade ecosostenibili, ma troppo costose e complesse da perseguire. Costose perché l’abbonato che paga 1 solo dollaro, sta pagando solo una parte di ciò che ha comprato. Il costo del supporto su cui fruisce il suo quotidiano è stato in parte pagato da lui, ed in parte “esternalizzato”, portato fuori dal costo di produzione del prodotto: è il costo dello smaltimento del prodotto una volta reso obsoleto dal progresso tecnologico. E chi paga questo costo “esternalizzato”? Ad esempio il Ghana, che pochi sanno essere luogo delle più grandi discariche illegali di televisori, computer e prodotti Hi-tech. Noi non vogliamo i rifiuti,e quindi in un modo o nell’altro li spediamo in questi gironi danteschi di tossicità, per i quali gli abitanti del posto pagano con la loro salute e le loro condizioni sociali la parte che manca oltre al dollaro a settimana dell’abbonamento al neo-nascente The Daily.

La situazione mi ha riportato alla memoria un video, “La Storia delle Cose”. Di seguito trovate la prima parte, suggerisco di vederlo per avere una visione diversa, condivisibile o meno.

C’è però qualcuno che per fortuna sta provando a raccontare questa storia partendo dalla fine, da quel finale africano già scritto: sono l’associazione Elisso e Tommaso Galli (fotografo professionista particolarmente impegnato nel promuovere tematiche sociali, http://www.tommasogalli.it ) con il progetto “iGarbage”: un progetto fotografico (e non solo, qui l'evento su facebook) di cui avrò modo di parlare più approfonditamente in futuro, che ha l'obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza su tematiche complesse come quelle della salvaguardia ambientale e dello sviluppo, legato in questo caso al'utilizzo dei prodotti Hi-tech ed il problema del loro smaltimento.

Per quanto mi riguarda, per gli interessi che coltivo e per il lavoro che faccio e che mi appassiona, non posso che accogliere di buon grado tutti i quotidiani che presto o tardi seguiranno la tendenza che il “The Daily” sta per avviare. Ma ritengo di fondamentale importanza che chi acquista un dispositivo, paghi nel prezzo di acquisto anche quella fetta di costo che serve a garantire, magari, che il produttore di quell’oggetto si faccia carico di smaltirlo, una volta rottame, secondo un’ottica di sostenibilità. Per non far pagare ad altri il prezzo della nostra ricchezza tecnologica.

E comunque, ve la immaginate la scena: posare in un angolo di casa, al posto del classico giornale, un bell’iPad per abituare il cucciolo a fare i bisogni fuori casa… e io di cani e di bisogni, garantisco, che ne so qualcosa… ;-)



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