Il cambiamento dell'indirizzo di un sito è una operazione che non dovrebbe essere mai fatta a cuor leggero.
Il motivo di questa affermazione è che uno dei "patrimoni" di un sito sia il nome di dominio. Questo perché i visitatori conoscono quell'indirizzo. Ma non solo.
Anche gli altri siti "conoscono" il nostro attraverso il nome di dominio. Infatti la nostra casa digitale è linkata da queste sorgenti e se cambiassimo indirizzo quei link verrebbero persi. E lo stesso discorso può essere fatto anche per i motori di ricerca.
Il traffico del sito può essere raggruppato in quattro tipi di fonti diversi:
- Traffico diretto (coloro che conoscono l'indirizzo del sito o ce l'hanno memorizzato sui loro browser)
- Siti referenti (i link di altri siti e social network)
- Motori di ricerca
- RSS
Se noi cambiassimo indirizzo, buona parte di queste sorgenti le perderemmo. Non conosciamo tutti quelli che hanno memorizzato il nostro indirizzo, nè possiamo contattare tutti coloro che ci hanno messo un link per farcelo cambiare.
Quello che possiamo fare facilmente è aggiornare l'rss e risegnalare il nuovo indirizzo ai motori di ricerca. Quindi così due fonti di traffico su quattro le abbiamo sistemate. SBAGLIATO.
Non basta segnalare al motore di ricerca il nuovo indirizzo. Almeno con Google. Se facessimo questo e basta, potremmo incorrere a dei problemi. Molto probabilmente fra il nuovo e il vecchio sito ci sarebbero dei contenuti identici. Magari tutti se immaginiamo di fare solo un cambio di nome, ad esempio perché si è scelto un nuovo marchio. In questo caso, Google si troverebbe un nuovo sito con contenuti identici ad uno già esistente. Per questo potrebbe considerarlo una semplice copia. E questo è male, perché
Google penalizza i siti copia, che possono essere usati per pratiche
SEO non corrette. Inoltre le pagine del vecchio sito hanno una certa anzianità (da più tempo una pagina è on line, più è autorevole per Google) ed un certo numero di link da altri sorgenti. Parametri che concorrono a calcolare il loro
PageRank, con cui Google decide il posizionamento delle vostre pagine nelle
SERP.
Cosa dobbiamo fare per salvaguardare il nostro PageRank e tutte le sorgenti di traffico (per quanto possibile).
- Registrare il vecchio sito e quello nuovo sui Google Webmaster Tools
- Effettuare un Redirect 301 da tutte le vecchie pagine verso le corrispondenti nuove (fra poco vedremo in dettaglio di cosa si tratta)
- Sui Google Webmaster Tools indicare che il nuovo sito è la nuova versione di quello precedente.
La cosa più complicata di questi tre passi è effettuare il Redirect 301 su ogni pagina del vecchio sito. Il Redirect 301 è differente dal classico Redirect che viene fatto sulle pagine Web. La differenza sta nel fatto che il Redirect 301 è permanente. Ovvero comunica che quella pagina si è permanentemente spostata al nuovo indirizzo. Questo vuol dire che ogni pagina del vecchio sito deve fare un Redirect 301 sulla corrispondente pagina del nuovo sito. In questo modo i motori di ricerca capiranno che devono trasferire su quella nuova pagina, tutte le informazioni che erano associata alla vecchia. E quindi, in questo modo, il PageRank e l'anzianità della pagina vengono salvaguardate.
Redirect 301 secondo Google
Per fare un Redirect 301 occorre intervenire nel codice del vecchio sito. Non è possibile effettuarlo tramite HTML, ma occorre scrivere del codice server.
In Vb.net è molto semplice e si scrive con due righe di codice
Response.Status = "301 Moved Permanently"
Response.AddHeader("Location", "http://www.nuovodominio.it/nuovapagina.aspx")
In C#.net è altrettanto semplice
Response.Status = "301 Moved Permanently";
Response.AddHeader("Location", "http://www.nuovodominio.it/nuovapagina.aspx");
Google consiglia di mantenere i Redirect dal vecchio sito per almeno 6 mesi. In questo modo, non perderete tutto il lavoro precedente per farlo conoscere.
Happy coding. :-)
PS: dal video scopriamo una cosa. L'ingegnere di Google usa un vecchio Thinkpad IBM. Pensavo che avessero a disposizione portatili più nuovi. Ok che il video è di due anni fa. Però è dall'aprile del 2005 che i Thinkpad sono prodotti da Lenovo, che ha acquistato il marchio da IBM.