SEO è un
acronimo della frase inglese "
Search Engine Optimization", ovvero letteralmente
Ottimizzazione per i Motori di Ricerca.
Ma cosa si ottimizza per i motori di ricerca? I siti ovviamente. Se vogliamo dare una prima velocissima definizione (anche se imprecisa) possiamo dire che la SEO serve a massimizzare la rilevanza che ha il sito sui motori di ricerca per aumentare il traffico di utenti che da questo possono arrivare.
Per SEO, nel gergo informatico italiano, si intende sia l'attività di ottimizzazione che chi esegue questa attività. Nel caso si parli dell'attività si dice al femminile, la SEO, mentre le persone che effettuano questa attività sono i SEO, e quindi al maschile. Io oltre che programmatore, analista, blogger, geek, formatore posso anche definirmi un SEO. Però posso anche dire che faccio la SEO.
Ma perché serve assumere un SEO o serve fare SEO? Perchè generalmente chi spende dei soldi per realizzare un sito, lo fa sia per avere un diverso mezzo di comunicazione con i propri clienti o generalmente con chi lo conosce, ma anche per trovare nuovi contatti. Se dai motori di ricerca il proprio sito non esce mai è ovvio che questa speranza di trovare nuovi contatti è decisamente disattesa.
Mi è capitato di vedere tante volte siti di aziende che non sono trovabili sui motori di ricerca neanche scrivendo il loro nome. Per questo serve fare del SEO per modificare il sito e renderlo più digeribile ai motori di ricerca e fare in modo che questi indicizzino nei loro database tutti i suoi contenuti, e che sia trovabile per molte parole chiave e che, per questa, esca ai primi posti delle
SERP.
Se volessimo fare un paragone con il mondo reale possiamo pensare al SEO come all'agente o all'addetto stampa di un attore. Questa figura si occupa di far conoscere il suo assistito a registi, produttori, agenzie di pubblicità e lo consiglia su come rendere più efficace, non la sua professione di recitazione, ma la promozione della sua immagine.
Nel mondo dello spettacolo o dello sport professionistico tutti hanno un agente, mentre sul web molti trascurano molto la propria promozione. Ma non dovrebbe essere così, perché
in questo modo si abbassa il proprio ROI. Ovvero si spendono dei soldi per realizzare un sito e magari si evita di spendere quel 10% in più che permetterebbe di moltiplicare di diverse volte il numero di utenti che visitano la propria homepage. Utenti che potrebbero acquistare i propri prodotti e servizi e quindi ricompensare l'investimento fatto.
Non si può dare tutta la colpa di questo al committente, in quanto generalmente questo non è un esperto. La colpa sta di più dalla parte di chi realizza il lavoro, che dovrebbe per prima cosa spiegare al committente cosa comporta realizzare un sito e qual'è il modo migliore per massimizzare il proprio investimento.
Attenzione alla parola investimento. Questa è la parola chiave, e questa spiega perché è imprecisa la prima definizione che ho dato. È meglio che arrivino sul sito un milioni di visitatori che guardano o vanno via, o mille che acquistano i noi prodotti e servizi? Come diceva una pubblicità la potenza è nulla, senza controllo. La SEO deve cercare di fare in modo che il sito si presenti al meglio sui motori di ricerca e ancor prima agli utenti, per fare in modo che questo possa essere trovato da chi è veramente interessato agli argomenti del sito. Ogni sito ha uno scopo, informare e guadagnare sulla pubblicità, vendere prodotti e fatturare, fornire servizi e far iscrivere utenti, mostrare delle competenze e vendere una consulenza. In ognuno di questi casi la SEO deve occuparsi di fare in modo che il sito rende il più possibile rispetto allo scopo per cui è nato. Venga quindi massimizzato il ROI. Dovete pensare al SEO come ad un personal couch per il sito, lo aiuta a dare il meglio di sè, ed educa e forma chi lo amministra a fare in modo che lo sappiano sfruttare al meglio. Ma è anche uno stratega che indirizza le strategie di web marketing. Ma è anche un project manager che guida le varie anime tecniche del progetto per realizzare un sito che non viaggi con il freno a mano tirato. Ed è anche un ricercatore, perché il mondo dei motori di ricerca si evolve giornalmente. Inizia ad essere un po' tante cose. Senza andare oltre, possiamo dire che è difficile stabilire dei confini netti. Un SEO fa tante cose, però lo scopo ultimo è massimizzare il ROI e fare in modo che gli argomenti che trattano arrivino a chi li cerca. Un po' come il marketing. Per questo molti SEO si definiscono anche Web Marketers.
Il problema è che molti siti non sanno nemmeno cosa sia il ROI. Questo perché spesso chi realizza siti lo fa sulla base di poche conoscenze e di un po' di manualità di qualche tool, e quindi ignora tanti concetti fra cui quelli dell'efficienza per i motori di ricerca.
Questo perchè, in effetti, fare un sito è facile. Farlo bene non altrettanto.
Il web è il primo passo per chi vuole fare come lavoro l'informatico. Perchè ci vogliono poche conoscenze per iniziare. Però per diventare un vero professionista, lo studio deve essere continuo e costante. Anche l'HTML è molto meno banale di quello che sembra. Il web arriva a concentrare una enorme mole di tecniche e conoscenze eterogenee ed è impossibile sapere tutto. Di questo però, ne parleremo un'altra volta.
Tornando alla parola SEO, penso che a questo punto sia un po' più chiaro cosa significhi. Quello che è meno chiaro è come si fa a fare del SEO. E questo sicuramente non è un argomento trattabile in un singolo post. In effetti più che un post ci vorrebbe un libro (non si scappa, in ogni cosa bisogna studiare).
Ho già affrontato in passato alcuni temi
SEO e ne affronterò altri nei prossimi post, più o meno tecnici. Sicuramente il SEO, è qualcosa che ogni web designer dovrebbe avere nel suo bagaglio.
La principale differenza di tutte le altre conoscenze che si usano in questo lavoro, questa è la meno esatta. Mi spiego, se voglio studiare l'HTML, prendo un manuale e mi studio la documentazione. Se voglio sapere come funziona un editor, mi leggo il manuale di chi lo ha creato. Per il SEO non è propriamente così.
Il SEO si basa principalmente da studi empirici. In quanto i motori di ricerca non spiegano come funzionano i loro algoritmi di ranking, in quanto se lo facessero, ci sarebbe subito chi troverebbe il modo di ingannarli, per dare più rilevanza di quella dovuta ai propri siti. E quindi non ci sono manuali fatti da Google o da Yahoo, che dicono
come si fa uscire per primo un sito sui motori di ricerca. Danno delle linee guida, ma nulla di più. E queste linee guida non dicono come massimizzare il ROI. E quindi bisogna sperimentare, e poi vedere il risultato delle proprie azioni (alcuni giorni dopo, il tempo che le modifiche vengano indicizzate), con dei test sui motori di ricerca. Un po' come si fa nella ricerca scientifica. Si fa una teoria, e poi si fa un esperimento per verificarla.