Già un paio di volte ho citato in queste pagine
Marco Cagnotti, giornalista, divulgatore scientifico e blogger. Leggo tutti i giorni i post sul suo blog di fisica, in quanto appassionato di scienza e astronomia. Alcune volte però, le sue considerazioni cadono nell'informatica e quindi mi capita di citarlo. Alcune settimane fa ho letto un
suo post, in cui raccontava di come, giovane laureando in fisica, invece di intraprendere la carriera di ricercatore, scelse la strada del giornalismo e della divulgazione scientifica.
Quello che ha scritto mi ha colpito, mi è rimasto in testa e mi porta oggi a parlarne. Lui racconta, che in procinto di dare la tesi, chiese alla sua professoressa un consiglio su che carriera intraprendere. E lei gli fece una domanda spiazzante. Le prossime righe in corsivo sono tratte dal post di Marco Cagnotti.
“Marco, tu che cosa leggi in bagno?”. Un momento di sconcerto: perché una domanda così bizzarra dalla mia prof, che mi ha seguito per mesi, che ha letto la mia tesi e alla quale ora ho chiesto un consiglio per le mie scelte professionali? Mi riprendo dalla perplessità e le do una risposta spontanea: “Romanzi di fantascienza… saggi di divulgazione… Ma che c’entra, scusa?”. E a quel punto arriva la replica, sgradevole da ascoltare ma senza dubbio onesta: “C’entra, perché in un ambiente competitivo come la ricerca scientifica ci vuole il sacro fuoco, cioè il pensiero sempre rivolto, nel nostro caso, alla fisica teorica. Il sacro fuoco ti spinge a leggere ‘Physical Review Letters’ e ‘Classical and Quantum Gravity’ anche in bagno. E più tardi, sotto la doccia, la mente è concentrata sui conti e sui modelli, a caccia dell’intuizione che farà chiarezza sulla tua ricerca. Tu sei intelligente, Marco, ma ti manca il sacro fuoco. Pensaci…”.
Dopo aver letto queste frasi,
mi sono chiesto quale fosse il mio fuoco sacro e mi sono fatto mentalmente la stessa domanda. Cosa leggo quando sono in bagno? Risposta facilissima.
Smartphone in mano, mi leggo tutte le notizie scientifiche ed informatiche della giornata. Voglio sempre sapere le novità di questo mondo, per capire i trend della rete e le nuove idee di successo. A dire la verità leggo anche i titoli delle principali notizie del giorno. Cerco anche di seguire i consigli del mio professore di Elettronica all'università,
Piero Marietti, che affermava che un buon tecnico deve avere anche una cultura non tecnica, coltivare anche altri interessi, che comunque potrebbero arricchirlo nel proprio lavoro, portando idee e creatività da altri campi.
Come Marco mi piacerebbe anche leggere romanzi di fantascienza, ma quelli li relego alle vacanze, in quanto hanno un effetto deleterio su di me. Se inizio un libro di quel genere, e mi piace, non faccio altro fino a che non lo finisco. Il che vuole dire che per 24 ore consecutive leggo e fino a che non ho visto che è andato a finire non faccio altro.
E sotto la doccia cosa faccio? In quel momento, in effetti, c'è un turbine di pensieri e di idee, e non è l'acqua che scende. Penso a qualche nuova idea da sviluppare, come ottimizzare quel database su cui stiamo lavorando, come rendere più performante il clustering delle mappe, ad una modifica al nostro
pattern per diminuire ulteriormente i tempi di sviluppo del software, a quella nuova tecnica di programmazione che ancora non ho avuto il tempo di studiare, a come diminuire di un secondo i tempi di caricamento di quel sito, a come integrare nuovi servizi tramite Facebook, a pensare come usare quei dati open che ho trovato su internet per le analisi marketing dei dati dei nostri clienti, a cosa scrivere nel post odierno.
Dulcis in fundo, alle volte mi capita di ricordare, che ho sognato che stavo lavorando al problema della sera prima, e dal sogno tiro fuori l'idea giusta per risolverlo.
A questo punto, mi pare evidente quale sia il mio fuoco sacro:
Il mio fuoco sacro
Il mio fuoco sacro è la programmazione e l'informatica.
Ed in effetti con queste domande è stato molto facile capirlo. Purtroppo ancora non abbiamo ancora implementato i commenti su questo sito, altrimenti mi piacerebbe sapere da voi cosa leggete quando siete in bagno e cosa pensate quando siete sotto la doccia. :-)
E comunque invito a farsi questi domande, tutti quelli che vogliono intraprendere la carriera informatica. Il bello di questa carriera è che c'è molto lavoro, e che può dare molta soddisfazione, il lato brutto è che non è facile. È un lavoro creativo, dove spesso ti capitano dei problemi che sembrano insormontabili, e soprattutto se sei un professionista, l'unico che può risolverli sei te stesso. Se non finisci il lavoro, non vieni pagato. Non sei un dipendente pubblico, che quello che riesci a fare, fai (con calma). Devi fare tutto, correttamente e nei tempi stabiliti. Certo esiste la via di mezzo, ma quella via di mezzo, significa di fare il semplice operaio informatico, in cui devi fare cose semplici e ripetitive, dove le soddisfazioni sono poche, ma di sicuro il lavoro è con meno brividi.
Se ti piacciono i brividi e le sfide,
prova a lavorare con noi. In questi giorni stiamo cercando programmatori .net. La vuoi prendere la pillola rossa? (Questa è per geek, però se cliccate sul link forse vi sarà più chiara).
Happy coding. :-)
P.S.: provate a leggere il post di Marco Cagnotti. È molto interessante.